Quanto guadagna un interprete?

Quanto guadagna un interprete?

Devo essere onesta: quando 15 anni fa decisi di studiare interpretariato e traduzione, non pensai affatto né al compenso né al posto di lavoro.

Per tutti coloro che invece vogliono prendere questa decisione in maniera più razionale, in questo articolo proverò a mostrarvi quanto effettivamente si guadagna (o meglio, quanto si può guadagnare) come interprete.

Dove lavorano gli interpreti?

Bisogna iniziare facendo una precisazione: gli interpreti lavorano in ambiti e campi estremamente diversificati, e non c’è uno stipendio che sia universale per tutti. Le possibilità di avere un guadagno maggiore o minore variano a seconda dell’ambito, motivo per cui ho deciso di dividere la professione di interprete in varie categorie, in maniera non esaustiva ma coprendo le principali tipologie di incarico. Inoltre, escluderò di proposito il compenso degli interpreti che lavorano come dipendenti: ci sono relativamente pochi interpreti che lavorano come personale permanente di un’azienda, e in quei casi gli stipendi variano molto a seconda di posizione, esperienza e altri fattori comuni a tutte le professioni.

In questo articolo, ci concentreremo sugli interpreti che lavorano come liberi professionisti. Non pretendo di riuscire a coprire tutte le casistiche, ma secondo la mia esperienza le categorie che elencherò dopo questo paragrafo sono le più ampie, e le ho scelte proprio per questo. Un altro dettaglio fondamentale: le cifre che citerò fanno riferimento ai dati forniti da AITI nel sondaggio del 2018, a un questionario somministrato dalla sottoscritta a professionisti del settore e alle testimonianze di colleghe e colleghi, e chiaramente queste cifre differiscono dai compensi di altri Paesi.

  • Interpreti giudiziari / Interpreti per la polizia
  • Interpreti di conferenza (simultanea)
  • Interpreti di consecutiva / trattativa (per aziende e privati)
  • Interpreti comunitari (ambito socio-sanitario)

È importante menzionare che la maggior parte degli interpreti che conosco non lavora in una sola di queste categorie: sono pochi gli interpreti che siano solo giudiziari o di conferenza. Lo “stipendio” di un interprete è la somma di incarichi diversi tra loro, come succede anche con altri tipi di lavoro autonomo, e dipende dalla quantità di incarichi ricevuti e dal fatto che siano ben retribuiti o meno.

I calcoli che farò proveranno a mostrare in maniera approssimata quelli che possono essere gli onorari degli interpreti delle categorie menzionate sopra.

Ci sono alcuni elementi in particolare che ritengo importante mettere in luce:

  1. Esistono dei costi fissi che i lavoratori autonomi devono fronteggiare ogni mese, o quantomeno periodicamente;
  2. Le tariffe orarie o giornaliere degli interpreti vanno lette in modo tale da considerare costi quali ad esempio tasse e piani pensionistici;
  3. La quantità di incarichi può variare molto durante l’anno, e dipende anche dalla situazione economica globale: a causa del Covid-19, ad esempio, molte conferenze sono state cancellate e molti interpreti hanno passato un periodo difficile.

Passiamo ai calcoli.

Quante sono le ore di lavoro effettivamente retribuite per un interprete?

Il calcolo che segue non è da considerarsi valido per tutti, dato che ci sono infinite variabili in gioco, ed è quindi un’approssimazione.

Facendo le dovute sottrazioni e una stima al ribasso (ignorando quindi eventuali “straordinari” a discrezione di ciascuno), possiamo dedurre quanti giorni lavorativi all’incirca lavora un interprete:

 

365 giorni all’anno

- 104 giorni di fine settimana

- 12 festività rosse sul calendario in Italia

- 28 giorni di ferie

- 5 giorni di malattia

__________________

= 216 giorni all’anno

 

Un lavoratore autonomo deve occuparsi della propria contabilità e gestione, di fare preventivi, supporto telefonico ai clienti, assicurazione e marketing, oltre a migliorare la propria formazione in campo lavorativo con corsi di aggiornamento. Tutto questo insieme di mansioni accessorie e non pagate occupa, senza alcun dubbio, almeno il 30/40% del tempo. Significa quindi lavorare 6 giorni al mese senza retribuzione.

Questo ci lascia quindi con 12 giorni di lavoro pagato al mese, che sono 24 ore a settimana considerando una giornata lavorativa di 8 ore. Questa stima non tiene inoltre conto dello studio e della preparazione necessari prima di qualsiasi lavoro, che può variare molto a seconda dell’esperienza nel campo dell’incarico e di altri fattori. Bisogna in ultimo considerare periodi più e meno densi di lavoro. Le ore di lavoro, infatti, potrebbero essere anche meno se si ha sfortuna o se si ricevono meno incarichi, o invece di più integrando la professione di interprete con altre mansioni (traduzione, insegnamento, copywriting, altri servizi di natura linguistica). Per fare una stima più realistica potremmo quindi considerare 9 giorni di lavoro pagato al mese.

Vanno poi considerati i costi fissi della professione: senza computer, auto o trasporti, dizionari, programmi specialistici, CAT tools e via dicendo non si arriva da nessuna parte.

Ogni mese, tra ufficio (affitto o mutuo, riscaldamento, riparazioni, etc…), pubblicità (creazione e mantenimento di un sito internet, cura della propria presenza online, etc…), assicurazioni professionali (come ad esempio un’assicurazione di responsabilità civile professionale oppure contro gli incidenti sul lavoro), costi informatici (licenze, accessori), dizionari, ammortamento delle immobilizzazioni (come mobili dell’ufficio, computer, portatili, tablet, cellulari, stampanti etc…), costi delle spedizioni, telefono, internet, materiale da ufficio, corsi di formazione, compensi di commercialisti o consulenti fiscali (per la preparazione del bilancio di esercizio) e importi delle associazioni professionali, possiamo quantificare i costi fissi in almeno 700€ al mese.

In Italia, la sanità e il sistema pensionistico sono pubblici e non richiedono il pagamento di una quota fissa mensile (il pagamento delle tasse serve a coprire per l’appunto questi servizi). Tuttavia, molti liberi professionisti scelgono di avviare un piano pensionistico privato, che tendenzialmente ha un costo mensile di 150/200€; si è scelto quindi di includere questa cifra nel computo delle spese fisse. In altri paesi il sistema potrebbe comunque funzionare diversamente, e bisognerebbe tenere necessariamente in conto questo fattore oltre ad assicurazione medica e assicurazione di invalidità nel conteggio delle spese mensili.

Le tasse

Partiamo da un presupposto: per lavorare come liberi professionisti è possibile lavorare in regime di prestazione occasionale (sotto determinate soglie di guadagno), ma è molto più comune possedere una partita IVA. Ci concentreremo su quest’ultima casistica, essendo la realtà prevalente per i professionisti in questo settore. La quantità di tasse da pagare con la partita IVA può dipendere dalle entrate, ed è quantificabile all’incirca come segue. Esistono due tipologie di partita IVA: la partita iva in regime forfettario e quella in regime ordinario. Non ci addentreremo nelle specificità di queste due tipologie, che offrono pro e contro diversi, ma ci limiteremo a quantificarne gli obblighi fiscali.

Nel caso del regime forfettario, sarà necessario pagare dal 5 al 15% sul reddito imponibile (dato dal totale dei ricavi moltiplicato per il coefficiente di redditività, che per il settore di traduttori e interpreti è il 78%), e il 26,23% del reddito di contributi previdenziali.

Nel caso del regime ordinario, sarà necessario pagare l’imposta IRPEF secondo il meccanismo a scaglioni di reddito, la cui prima aliquota è il 22%, e il 26,23% del reddito di contributi previdenziali.

Passiamo quindi ad analizzare una per una le diverse categorie di interpreti, facendo un’importantissima premessa prima di iniziare: le tariffe sono da intendersi individuali e soggettive, e le stabilisce il singolo professionista. Quindi queste possono variare ed essere molto diverse da caso a caso, per cui in questa sede si intende solo fare una media sulla base di diverse fonti.

 

Quanto guadagna un interprete che lavora per i tribunali e la polizia?

Interprete per i tribunali

Lavorare per i tribunali non è molto remunerativo sia per i traduttori che per gli interpreti. La paga viene calcolata in base alle “vacazioni” (blocchi di due ore di lavoro) della durata dell’incarico, ed è standard: 14,68 euro lordi per la prima vacazione (composta di due ore) e 8,15 euro lordi per le successive, con un massimo di quattro vacazioni al giorno. Sono previsti una serie di possibili aumenti percentuali di queste tariffe (urgenza, difficoltà, lavoro in giorni festivi o di notte), mentre le spese di trasporto ordinarie non vengono rimborsate del tutto.

Se invece si lavora in tribunale per un cliente privato o un avvocato, e quindi non per il giudice, questo discorso non vale, perché viene applicata la tariffa scelta dall’interprete e negoziata con il committente.

Per quanto riguarda le prossime due categorie, un’ulteriore precisazione è dovuta: le tariffe sono da intendersi in media, e spesso tra il professionista e il cliente avviene una negoziazione. L’interprete è in diritto di scegliere se accettare una determinata controfferta. Se la tariffa offerta dal cliente è più bassa rispetto a quella proposta dal professionista, ma si intravede la possibilità di una collaborazione più a lungo termine, l’interprete potrebbe anche decidere di accettarla.

 

Quanto guadagna un interprete di consecutiva o di trattativa?

Interpretazione di consecutiva, quanto guadagna un interprete

Le tariffe applicate dai professionisti sul libero mercato ai clienti diretti si calcolano in genere in base alla durata dell’incarico. Per un’ora sola di interpretariato, è comune applicare una tariffa oraria tra i 50 e i 70 euro. Considerando una mezza giornata di lavoro, le tariffe si aggirano intorno ai 200/250 euro, e per una giornata intera di incarico la tariffa tipica è tra i 400 e i 500 euro. A volte, quest’ultima tariffa si abbassa a 300/350 euro se l’incarico si estende per più giorni.

Queste tariffe valgono all’incirca allo stesso modo per l’interpretariato da remoto.

Queste cifre si abbassano di circa il 20% se l’incarico arriva non da un cliente diretto ma tramite un’agenzia: una giornata di consecutiva potrebbe venire retribuita tra i 300 e i 400 euro in media. C’è da dire che spesso però le grandi aziende o le realtà molto strutturate si rivolgono proprio alle agenzie, quindi per lavorare a incarichi di questo tipo potrebbe rivelarsi più semplice collaborare con un’agenzia.

 

Quanto guadagna un interprete di simultanea?

Quanto guadagna un interprete di simultanea

Le tariffe per l’interpretariato di conferenza sono tendenzialmente più alte, e spesso si lavora in coppia con un collega, alternandosi. La tariffa per una singola ora di incarico si aggira intorno (e oltre) i 70 euro, la mezza giornata intorno ai 300 e la giornata intera tra i 550 e i 600. Per un’agenzia, quest’ultima cifra è invece tra i 400 e i 500 euro.

A volte, le agenzie offrono tariffe più basse per quanto riguarda l’interpretariato da remoto, che si aggirano intorno ai 40 euro l’ora, e sta al singolo interprete se decidere di accettare questo tipo di tariffe nell’ottica di conoscere nuovi clienti ed espandere la propria rete, aprendo la porta a incarichi meglio retribuiti.

Quando applicare un extra?

Ci sono diverse casistiche in cui un professionista potrebbe applicare un extra alla sua tariffa normale. Ad esempio:

  • Urgenza: l’incarico viene commissionato pochi giorni prima dell’effettivo svolgimento;
  • Difficoltà dell’argomento;
  • Costi di trasferta, specialmente in caso di lunghi tragitti;
  • Rarità della lingua.

 

Quanto guadagna un interprete ogni mese?

Abbiamo considerato che una giornata di lavoro può venire pagata tra i 300 e i 600 euro, in media. Prima di esaminare le risposte ottenute dai sondaggi e i dati raccolti, facciamo due rapidi calcoli, considerando prima una e poi l’altra tariffa con i 9 giorni di lavoro pagato al mese che abbiamo menzionato in precedenza.

300 x 9 = 2700

2700
- tasse
- costi fissi

________

= circa 1200 €

 

600 x 9 = 5400

5400
- tasse
- costi fissi
________
= circa 2900 €

 

Volendo fare una media effettiva dei guadagni mensili di un interprete, si può riscontrare che una grande maggioranza di professionisti nel settore guadagna tra i 1500 e i 2500 euro mensili. Queste cifre sono però da intendersi, per l’appunto, come una media: la retribuzione di un interprete può essere più bassa o più alta, considerando anche fattori come esperienza, ambiti di lavoro differenti, clienti diversi.

Come abbiamo potuto vedere, una tariffa di 300 o 600 euro al giorno può sembrare una cifra molto alta all’apparenza, ma bisogna tenere sempre in conto che le tasse e i costi fissi della professione ridimensionano molto quanto si guadagna effettivamente lavorando. Bisogna quindi fare caso a questi fattori quando si sceglie la propria tariffa.

Qui c’è tutto quello che ti serviva sapere per scoprire quanto guadagna un interprete! Se ti interessa scoprire come si può intraprendere questa stupenda professione, ne parlo in un articolo del mio blog a questo link . Buona lettura!

 

TASSE

https://flextax.it/tasse-per-partita-iva-per-traduttori-e-interpreti/

INTERPRETI PER IL TRIBUNALE

https://www.procura.milano.giustizia.it/files/regolamentointerpreti.pdf

SONDAGGIO AITI

https://aiti.org/it/sondaggi-aiti

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